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In occasione dei 150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello, il 24 maggio alle ore 17 alla Biblioteca Universitaria di Genova, Rosa Elia Giangoia, scrittrice e critica letteraria, presenta il saggio La finzione vissuta. Percorsi pirandelliani: tra filosofia, psicologia e drammaturgia (Le Mani, Recco – GE 2015) di Graziella Corsinovi, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo e di Letteratura italiana presso l’Università di Genova, nota a livello internazionale per i suoi contributi critici sul drammaturgo (Pirandello e l’Espressionismo, Tilgher, Genova 1979, 2ed. 1987; Pirandello – tradizione e trasgressione, Tilgher, Genova 1983; Il corpo e la sua ombra – Studi pirandelliani (sul rapporto P. e il cinema), Bastogi, Foggia 1996; La persistenza e la metamorfosi, Sciascia, Caltanissetta 1997). Questo recente lavoro prende in considerazione Pirandello come emblema della crisi del Novecento, in quanto autore che ha saputo interpretare in modo particolarmente efficace la destituzione ontologica dell’uomo moderno. Dall’inizio del secolo scorso, infatti, l’individuo ha come sola certezza la finzione, nel senso etimologico originario di costruzione psichica, in quanto egli si trova disperso in un relativistico labirinto conoscitivo, confermato anche dalle scienze contemporanee (Einstein, Heisenberg, Schrodinger). Per questo la finzione diventa l’unico possibile rapporto dell’uomo con il mondo e con se stesso, e Pirandello, nelle sue opere teatrali e narrative, come acutamente individua Graziella Corsinovi, sa farsi maestro di una continua creazione di verità senza realtà, intorno ad un reale kantianamente inconoscibile, dove i personaggi possono vivere, nelle finzioni “vere”, molte altre vite, impossibili per i comuni mortali.